Quando si parla di grandi vini toscani, spesso si pensa subito al Chianti Classico o al Brunello di Montalcino. Ma c’è una piccola denominazione, tra le più piccole in Italia, custode di una tradizione secolare, che merita di essere riscoperta: Carmignano. Situata sulle colline che si affacciano sulla città di Prato, questa zona vanta una delle DOCG più piccole d’Italia e una storia vinicola che affonda le sue radici ben prima dell’epoca romana. Qui il vino non è solo un prodotto, ma un vero e proprio simbolo di identità culturale, tramandato di generazione in generazione. Ecco Perché noi di Wine School Italia, con Tuscany Uncorked Wine Tours, abbiamo deciso di farla conoscere a tutti con uno dei nostri wine tour più belli ed esclusivi e anche con questo articolo nel nostro blog.
Un Viaggio nel Tempo: Dall’Epoca Etrusca ai Medici
Le colline di Carmignano erano già coltivate a vite ai tempi degli Etruschi, come testimoniano i ritrovamenti archeologici nel vicino borgo di Artimino, dove vasellame e strumenti per il consumo del vino sono stati rinvenuti in tombe risalenti al VII secolo a.C. Questo significa che il vino, già allora, non era solo una bevanda, ma anche parte integrante delle cerimonie e della vita sociale di questo antico popolo.
Successivamente, anche i Romani compresero il valore di questa terra: si narra che Giulio Cesare in persona concesse ai suoi veterani i territori collinari tra l’Arno e l’Ombrone, affascinato dalla fertilità del suolo e dalla possibilità di coltivare vigne di alta qualità.
Il primo documento ufficiale che cita il vino di Carmignano risale ai tempi di Carlo Magno. Si tratta di un contratto dell’804 d.C. relativo alla concessione di alcuni territori da parte della chiesa di San Pietro a Seano, in cui si menzionano vigneti, oliveti e boschi. Se la qualità del vino dell’epoca resta un mistero, un dettaglio ci lascia intendere che fosse già molto apprezzato: nel Trecento, il mercante Francesco Datini di Prato era disposto a pagarlo quattro volte il prezzo medio del vino dell’epoca. Un segnale inequivocabile del suo valore.
Nel Rinascimento, il vino di Carmignano conquistò anche le corti fiorentine. Lorenzo il Magnifico, celebre poeta e statista, ne era un grande estimatore. Si racconta che, durante una delle sue celebri feste, abbia definito il Carmignano “nettare degno degli dei“, un elogio che consolidò ulteriormente la sua fama tra l’aristocrazia toscana.
Carmignano e i Medici: Una Storia di Eccellenza Vinicola
Il legame tra Carmignano e la famiglia Medici è profondo e duraturo. Fu Cosimo III de’ Medici, nel 1716, a emanare un bando che delimitava ufficialmente quattro aree per la produzione vinicola di qualità: Chianti, Pomino, Val d’Arno di Sopra e, ovviamente, Carmignano. Questa decisione rappresenta di fatto la prima denominazione d’origine vinicola della storia, anticipando di oltre un secolo le AOC francesi. Sarà possibile vedere una copia del bando di Cosimo III durante il tour di Tuscany Uncorked chiamato Carmignano Hidden Treasure Tour.
Non solo: si narra che Caterina de’ Medici, divenuta regina di Francia nel 1533, abbia portato con sé alcune barbatelle di Cabernet Sauvignon, che poi furono piantate proprio nelle terre di Carmignano. A conferma di ciò, i vecchi viticoltori chiamavano il Cabernet “uva francesca“. Questo spiegherebbe la presenza storica del Cabernet nel blend del Carmignano, ben prima che i “Super Tuscan” rendessero famosa questa combinazione. Sarà molto cuorioso e interessante ascoltare il racconto dei produttori di Carmignano in prima persona per sentire altre versioni su questa storia.
Le connessioni con la famiglia Medici, però, non finiscono qui. Proprio qui la famiglia aveva insediato la sua riserva di caccia: il Barco Reale di Carmignano, nel XVI secolo. Si tratta di un’area circondata da un muro lungo 50 km, di cui restano alcune testimonianze. Il vino prodotto all’interno di quest’area è tutt’ora chiamato il “Barco Reale di Carmignano”, ed è una denominazione riconosciuta che identifica vini giovani e freschi.

La Fama del Carmignano Continua
Alla fine del ‘700, il Carmignano venne commercializzato a Londra per conto del famoso medico e filosofo Filippo Mazzei. Egli si trasferì poi negli Stati Uniti, dove combatté a fianco degli americani per l’indipendenza dal Regno Unito. Stabilitosi in Virginia, trapiantò alcuni vitigni toscani e introdusse i fichi secchi, oggi diventati presidio Slow Food, per cui Carmignano era famosa. In Virginia, Mazzei divenne poi consigliere agricolo e amico di Thomas Jefferson, il quale apprezzò i vini di Carmignano al punto da tenerne diverse bottiglie nella sua cantina. Vi consiglio vivamente di provare l’abbinamento del Vin Santo di Carmignano con i fichi secchi!
Tra i tanti poeti e letterati che in questo periodo decantano la bontà del Carmignano, va sicuramente citato Gabriele D’Annunzio. Egli conosceva bene la zona, avendo soggiornato a Prato durante gli anni del liceo, e menzionò il vino più volte nei suoi scritti, in particolare in “Le faville del maglio”.Alla fine del 1800 e nei primi anni del 1900, la cantina dell’azienda del Marchese Niccolini produceva ed esportava il Carmignano in Svizzera, in Austria-Ungheria e in Germania. L’esportazione crebbe ancora dopo la conquista dei mercati inglesi e americani, arrivando a costituire due terzi dell’intera produzione.
Declino e Rinascita di un Vino Unico
Nonostante la sua storia illustre, il Carmignano ha vissuto momenti difficili. Nel 1932 subì una battuta d’arresto quando venne inglobato nella denominazione Chianti, perdendo per decenni la sua identità storica. Questo causò un calo della produzione e una perdita di prestigio, poiché i vini Carmignano venivano venduti come semplici “Chianti” senza una distinzione adeguata.
Ma negli anni ’60, alcuni produttori decisero di riportare in vita la tradizione, riproponendo il Carmignano nella sua ricetta originale. Nel 1975 ottenne finalmente la DOC, per poi essere elevato a DOCG nel 1990. Grazie alla passione e alla determinazione dei vignaioli locali, oggi il Carmignano è nuovamente riconosciuto come un’eccellenza del panorama vinicolo italiano.
Oggi il Carmignano rappresenta una delle espressioni più affascinanti del vino toscano. Il disciplinare prevede un blend con almeno il 50% di Sangiovese, fino al 20% di Canaiolo nero e tra il 10% e il 20% di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Le uve a bacca bianca come Trebbiano e Malvasia sono ammesse fino al 10%, anche se raramente utilizzate. Gabriele, il vostro sommelier e guida di Tuscany Uncorked, vi racconterà nel dettaglio tutte le caratteristiche di questi vitigni.
Non è solo il gusto a renderlo speciale, ma anche la sua capacità di invecchiare in maniera eccellente. I metodi di vinificazione tradizionali prevedevano lunghi affinamenti, spesso in botti di legno di castagno (pratica inusuale nella vinificazione moderna), che donano al vino aromi speziati e complessi. La zona di produzione si estende su colline tra i 50 e i 200 metri sul livello del mare, con suoli ricchi di minerali che conferiscono ai vini grande complessità e struttura. Grazie a un microclima favorevole e a tecniche di vinificazione moderne ma rispettose della tradizione, il Carmignano si distingue per la sua longevità e profondità aromatica.

Un Vino per Ogni Occasione
Il Carmignano è un vino che si sposa perfettamente con la cucina toscana. Le sue note speziate e il tannino elegante lo rendono ideale per accompagnare piatti di carne rossa, cacciagione o formaggi stagionati. Ma non sottovalutatelo con piatti vegani strutturati, come una ribollita ben condita: la sua freschezza e la sua mineralità sapranno esaltare ogni boccone.
Piccolo Grande Gioiello da Scoprire
Vi ho raccontato di un vino con una storia di eccellenza, passione e tradizione. Un piccolo grande gioiello che ha saputo attraversare i secoli mantenendo intatta la sua identità. Se non lo avete ancora assaggiato, è il momento di farlo: nel calice troverete non solo un vino straordinario, ma un pezzo di storia toscana che merita di essere celebrato. Venite a scoprirlo con Tuscany Uncorked Wine Tours di Wine School Italia, sarà un viaggio slow, lontano dal turismo di massa, che vi saprà emozionare.
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